Toy Story 3
Il tie-in che non ti aspetti.
Al giorno d’oggi, ogni qualvolta sentiamo anche solo nominare la parola “tie-in”, un brivido inizia a correre lungo la nostra schiena, portando la mente a ricordi che vorremmo tanto dimenticare ma che, volenti o nolenti, ci perseguitano ormai da anni durante il sonno.
Quanti pessimi tie-in avete giocato nel corso della vostra carriera videoludica? Sicuramente molti, ma se come il sottoscritto non vi foste ancora arresi a una legge non scritta secondo cui “tie-in” fa quasi sempre rima con “incubo”, l’ultima fatica di Avalanche Software potrebbe davvero stupirvi. Signore e signori, siamo finalmente di fronte all’eccezione che conferma la regola!
I ragazzi della software house americana sono infatti riusciti nella famigerata “mission impossible”, avendo successo là dove molte, troppe compagnie hanno fallito: sviluppare un tie-in di qualità. Cosa dite? Pensate sia impazzito? Per vostra fortuna non è così e, se doveste darmi fiducia decidendo di dare un’occhiata a questo piccolo grande gioco, sicuramente non ve ne pentirete.
La modalità storia, ad esempio, seppur fruibile in pieno solo da coloro che avessero visto il film, è infatti tanto varia quanto divertente, e nonostante una longevità non eccelsa (completare le missioni del filone principale non vi porterà via più di 4-5 ore al massimo), saprà senz’altro appassionarvi senza mai risultare banale o ripetitiva.
Lo svolgimento, suddiviso tra classiche fasi di platforming, sequenze action da portare a termine nei panni del solo Buzz e buffi minigiochi (come la folle corsa iniziale a cavallo di Bullseye), si dimostra infatti stilisticamente fedele alla controparte cinematografica e quindi in grado di assicurare tante risate a qualsiasi amante del brand.
Al contrario di molti altri titoli rivolti a un pubblico di “giovani e giovanissimi”, ogni attività fa trasparire la passione con cui il team deve aver realizzato l’intero prodotto: le varie missioni a cui si è chiamati prendere parte sono infatti originali oltre che stimolanti, rivelandosi dunque ideali per qualsiasi tipologia di videogiocatore, sia esso esperto o alle prime armi.
Al di là di diversi pregi è comunque giusto sottolineare come, a causa di prevedibili alterazioni alla struttura narrativa originale, il titolo manchi talvolta della storica “magia” che da sempre contraddistingue i film della serie. Nonostante ciò, considerando anche la sapiente realizzazione degli sviluppatori, ogni sequenza di gioco, anche quella più slegata dal filone narrativo principale della più recente pellicola, risulta di buona fattura e, soprattutto, all’altezza delle più rosee aspettative della vigilia.
Il vero fulcro dell’esperienza di gioco è tuttavia un altro: la modalità Scatola dei Giocattoli. Di cosa si tratta? Semplice, di un mondo open-world, caratterizzato dalle tipiche dinamiche sandbox, dove potrete dare libero sfogo alla vostra fantasia.
Dopo aver selezionato il vostro personaggio (uno tra Woody, Buzz e Jessie), sarete infatti proiettati in un’area semi-deserta che avrete il compito di arricchire, ripopolare e far prosperare attraverso le vostre azioni. Sfruttando i soldi a vostra disposizione potrete ad esempio costruire nuovi edifici (dalla banca al parrucchiere, passando per la scuola e addirittura la base spaziale di Zurg), acquistare nuovi cittadini, creature, animali e veicoli che possano facilitare i vostri movimenti lungo il territorio.