Transformers: Dark of the Moon
La maledizione del tie-in miete un'altra vittima.
Se siete fedeli lettori delle nostre pagine sarete senz'altro a conoscenza di quella che ho personalmente definito come "la maledizione del tie-in".
Quante volte, dopo aver visto un gran bel film ed esserci rivolti alla relativa trasposizione videoludica in cerca di ulteriori emozioni, ci siamo ritrovati fra le mani esperienze di gioco che definire inguardabili sarebbe un eufemismo? Tante, decisamente troppe e tra queste vi sono senz'altro le primissime iterazioni next-gen del brand di Transformers.
A onor del vero bisogna sottolineare come i vari tie-in lanciati negli ultimi anni abbiano evidenziato un progressivo miglioramento sotto il profilo qualitativo (culminato col valido Transformers: La Battaglia Per Cybertron), ed era proprio tale miglioramento che aveva lasciato presupporre che, forse, Transformers: Dark of the Moon avrebbe rappresentato la tanto attesa consacrazione del brand in ambito videoludico. Ma è andata davvero così?
Il titolo, pur avendo lo stesso nome della recente pellicola cinematografica, non è una fedele trasposizione videoludica di quest'ultima ma al contrario propone una storyline del tutto inedita, ambientata tre anni prima degli eventi de "La vendetta del caduto", in cui gli Autobots, pur sapendo della fuga di Megaton e della sua armata, sono impegnati a verificare l'effettiva scomparsa dei Decepticon.
Sono sufficienti ovviamente pochi minuti per scoprire che i Decepticon non sono affatto scomparsi, e questo dà il via a una prevedibile spirale di violenza e devastazione che ci vedrà impegnati a combattere un'infinità di nemici nel tentativo di impedire a Megatron di scatenare la furia di Shockwave, noto come "l'assassino Decepticon per eccellenza". Com'è facile intuire la premessa narrativa non brilla di certo per originalità, e a dirla tutta la situazione non fa che peggiorare con il passare delle poche ore di gioco (la campagna propone solo 7 capitoli). Ciononostante, l'esperienza si rivela comunque gradevole.
Sebbene la progressione sia estremamente lineare e la campagna, davvero breve, non evidenzi particolari cambi di ritmo, farsi strada tra i numerosissimi nemici che popolano gli scenari risulta infatti gratificante e divertente come nel precedente capitolo del franchise, però... sì, purtroppo c'è un però.
Il gameplay, pur essendo molto simile a quello visto in Transformers: La Battaglia Per Cybertron per ciò che concerne le dinamiche di progressione e di combattimento, presenta purtroppo una specifica novità che, almeno secondo chi vi scrive, ha influito negativamente sulla gestione dei vari personaggi. Di cosa parlo? Semplice, di quella che verrà probabilmente ricordata come la più grossa blasfemia nella storia dei Transformers: una terza trasformazione.
Come tutti coloro che stanno leggendo questo articolo sicuramente sapranno, i Transformers hanno infatti sempre avuto solo due trasformazioni, ovvero quella robotica, che mostra il loro reale aspetto, e quella cosiddetta veicolare, che permette loro di mimetizzarsi nel mondo degli umani. Beh, da oggi a queste due se ne aggiunge una terza, quella furtiva, volta a introdurre delle fasi stealth di cui, lasciatemelo dire, non avremmo di certo sentito la mancanza.