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Tropico 3

La dura vita in una dittatura tropicale.

Chi non vorrebbe vivere sull'isola di Tropico? Chiunque sia stato veramente in uno di questi posti, costretto a mangiare per due settimane lingua bollita o pizza surgelata, ecco chi! E chiunque abbia sofferto a causa della dittatura a cui il gioco si ispira.

Al di là di questi discorsi, bisogna dire che ci sono davvero molte similitudini fra la versione PC e quella Xbox 360 di Tropico 3. Anche su console il giocatore veste i panni di El Presidente, governatore di una graziosa isola tropicale nel mar dei Caraibi. O almeno... inizialmente graziosa, visto che a discrezione del giocatore è possibile scegliere di ricoprire l'intero territorio di appartamenti o di giacimenti petroliferi.

Il gioco è un tradizionale simulatore di costruzione cittadina, con un gran numero di risorse da gestire e di variabili da tenere sotto controllo. Tutto ha inizio con la costruzione delle strutture basilari per il sostentamento della popolazione. Una volta che i soldi iniziano a circolare si può pensare alla costruzione di strutture migliori o all'investimento nell'educazione, rendendo felici le persone grazie all'introduzione di validi sistemi di sicurezza sociali e via dicendo. Oppure si può scegliere di giocare sporco, di indirizzare i soldi sul proprio conto all'estero senza investirli nella comunità e godendosi la vita... fino a quando gli abitanti non inizieranno a pianificare il vostro assassinio.

Ok, questo è il posto perfetto per mettere un bel faro, di quelli che piacciono tanto ai turisti.

A differenziare Tropico 3 dagli altri titoli del genere è l'ambientazione. Indubbiamente tutto è molto più colorato che in un qualsiasi capitolo di Sim City, e più attuale che nei giochi storici ambientati nell'antica Roma. Inoltre c'è molto più spazio per l'umorismo, elemento che gli sviluppatori di Haemimont hanno sfruttato a dovere. Il risultato è un gioco dalla forte personalità pieno di fascino e caratterizzato da uno stile tutto suo.

Si tratta, comunque, di uno stile che riconoscerete subito se avete giocato al primo Tropico. Questo terzo capitolo non è un vero sequel, ma più un remake dell'episodio originale del 2001. La buona notizia è che questo vuol dire che manca tutta la folle parte dei pirati che era stata inserita in Tropico 2. La cattiva è che se avete giocato il primo capitolo fino alla morte, vi troverete a vagabondare in cerca di qualcosa di nuovo da fare.

In effetti tutto funziona esattamente come nella maggior parte dei simulatori di costruzione cittadina degli ultimi 10 anni. Tropico 3 non supera alcun confine, non sperimenta nessuna nuova idea e non fa nulla per far evolvere il genere. È la solita vecchia storia (costruisci edifici, guadagna denaro, costruisci altri edifici, guadagna altro denaro, affronta eventi casuali come tentativi di colpi di stato o rapimenti, e così via).

Se questo è tutto quel che cercate, Tropico 3 è ciò che fa per voi. È un gioco solido, ben bilanciato e che può facilmente rubare ore e ore del vostro tempo. Ha alcuni problemi: a volte è difficile capire esattamente cosa stia succedendo ai vostri edifici (per esempio il motivo per cui la costruzione di un palazzo si sia bloccata o per cui nessuno decida di andare a vivere nei nuovi appartamenti), gli alberi associati alla tecnologia sono limitati e gli eventi tendono a ripetersi troppo spesso (tre epidemie identiche nello stesso anno sono eccessive). Nessuno di questi nei, tuttavia, è abbastanza importante da rovinare il gioco, il suo buon design, l'IA decente, la grafica allegra e la gustosa colonna sonora.

Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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In this article

Tropico 3

Xbox 360, PC

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