True Crime
La rinascita della serie?
Non sono poche le iterazioni del brand True Crime susseguitesi nel tempo, un gioco originariamente così simile a Grand Theft Auto da sembrare quasi omaggiarlo. I risultati, come alcuni di voi sapranno, sono stati però parecchio altalenanti. Stiamo quindi parlando di una serie alla ricerca di una propria identità, ed è proprio tale problema che il team di United Front sta cercando di affrontare a viso aperto.
Stephen Van der Mescht, produttore del gioco, non ha infatti alcun problema ad ammettere di stare lavorando sodo per “rivitalizzare” il brand sin dalle sue fondamenta. È sciocco negare gli evidenti legami di parentela con l’opera di Rockstar, così come sciocco sarebbe prenderne le distanze in maniera assoluta. I fondamentali di ogni episodio della serie rimangono perciò immutati: un open-world liberamente esplorabile, bande di criminali di ogni sorta e quintali di pallottole (e parolacce) da sventagliare in faccia ai nemici.
Su cosa si basa allora questo inedito capitolo e quali saranno le novità introdotte? Una di queste è senza dubbio la nuova ambientazione orientale, che vedrà Wei Shen, classico poliziotto sotto copertura, alle prese con la mafia locale di Hong Kong, ovvero la temibile Triade. “Questo sarà il primo action game con struttura open-world ad avere un’ambientazione asiatica. Certo, c’è già Yakuza, ma in termini di gameplay parliamo di esperienze profondamente differenti.”
Le premesse narrative, lo diciamo a scanso di equivoci, sono totalmente diverse da quelle della splendida serie targata SEGA. Il nostro sboccato protagonista si metterà contro la Triade per porre fine a un ingente traffico di droga, ma anche per reclamare vendetta su un gruppo di balordi che hanno tentato di sparare a sua madre. Proprio così: la sua “foxxxta mamma”, giusto per usare le sue parole.
La città che fa da sfondo alle vicende sarà suddivisa in quattro distinti quartieri, ciascuno dei quali mostrerà elementi realmente presenti nella vera Hong Kong misti ad altri inseriti unicamente ai fini del gameplay. “Per noi è stato importante catturare la vera essenza di Hong Kong” spiega Van der Mescht. “Non ci siamo concentrati su una riproduzione fedele delle strade e dei paesaggi, ma abbiamo preferito riportare la sensazione di essere davvero lì. Ciò significa utilizzare punti di riferimento iconici rimanendo in qualche modo fedeli alla struttura dei quartieri realmente esistenti, per poi miscelare il tutto e massimizzare il gameplay”.