Two Worlds II
Buona la seconda!
Innanzitutto abbiamo una campagna cooperativa fino a 8 giocatori che vi racconterà le vicende che separano la fine del primo capitolo dall'inizio del secondo: un'idea interessante e peraltro ben realizzata, sebbene alla lunga emerga come questa non sia di certo la modalità principale di gioco a causa di qualche difetto di connessione fra le varie quest.
In seconda battuta abbiamo una modalità PvP, sebbene questa fra gli extra risulti la meno riuscita, a causa del sopracitato sistema di combattimento e di una difficoltà di coordinazione che non permette di godere appieno di questo simpatico excursus: cliccare furiosamente e non capire bene cosa succede non rientra esattamente fra le esperienze indimenticabili.
Altra aggiunta che annotiamo invece fra le idee da menzione d'onore è una sorta di gestionale, definito come Village Mode che, nonostante sia staccato dalla trama principale e dal mondo di gioco, si rivela essere un simpatico passatempo.
In pratica si tratta di una sorta di gestionale con accennate sfumature strategiche, dove il vostro scopo sarà costruire e amministrare un villaggio tenendo sotto controllo un numero discreto di parametri.
Confesso che non mi sarei mai aspettato di vedere una cosa simile in un gioco di questo tipo, ma il risultato finale premia sicuramente la fantasia di Reality Pump, capace di allargare sensibilmente un'avventura la cui durata si attesta comunque sulle venti ore circa.
Infine, giusto per concludere questa veloce carrellata, è buona cosa non dimenticare i vari mini giochi sparsi per il mondo di Antaloor, oltre che la solita montagna di trofei, ottenibili a dire il vero senza grossissimi sforzi.
Anche tecnicamente il lavoro svolto rispetto al passato c'è e si vede tutto: le ambientazioni sono di quelle in grado di incentivare l'esplorazione pedestre anche solo per rimirare la fantasia degli sviluppatori, mentre i personaggi e i mostri beneficiano di una resa peculiare, in grado di dare carattere a un mondo che per vastità ha attualmente pochi eguali. Veloce cenno al comparto sonoro che timbra anch'esso il cartellino con onore, con una musica varia e un doppiaggio degno delle migliore opere.
Tirando le somme, se le alternative, anche di valore, non mancano di certo, non si può negare che farsi scappare questo piccolo gioiello ruolistico potrebbe essere uno dei peccati che difficilmente la vostra coscienza potrà sopportare. Profondità, un multiplayer per certi versi davvero innovativo e un numero esorbitante di cose da fare, promettono di rendere i vostri pomeriggi realmente impegnati, in attesa di un nuovo Elder Scroll per dire definitivamente addio alla vostra vita sociale.
Peccato unicamente per una traduzione non certo eccelsa e per alcuni problemi tecnici che sembrano affliggere in maniera costante le creature di Reality Pump; niente che comunque una buona patch non possa ovviare in tempi ragionevolmente brevi.