Deus Ex: Human Revolution
L'uomo da sei milioni di crediti.
Queste possono essere modificate con appositi kit acquistabili al mercato nero, capaci di aumentarne precisione e la letalità in vari modi, dal kit perforante a varie tipologie di mine antiuomo e antirobot combinabili con ogni genere di granata (a gas, esplosive, EMP).
Ovviamente non è necessario andare per forza da un estremo all'altro: la maggior parte dei giocatori finirà per attestarsi su uno dei tanti setup ibridi che contribuiscono a rendere l'esperienza diversa da persona a persona.
Oltre agli innesti, buona parte delle varianti con cui è possibile portare a termine una missione derivano dallo scrupolo del giocatore nel perquisire attentamente l'area di gioco. Esistono quasi sempre due o tre modi diversi per raggiungere l'obiettivo: dal condotto di ventilazione nascosto dietro a una cassa, al trovare il palmare con il codice d'accesso giusto, fino al parlare con la persona che ci dia la dritta su come portare a casa la pagnotta senza tirar fuori il fucile d'assalto e fare tutti secchi.
Anche la storia di Deus Ex: Human Revolution è improntata a un certo livello di flessibilità: nonostante la sequenza di locazioni da visitare non cambi, molte decisioni cruciali allo svolgimento del gioco portano ad alcuni bivi nel flusso degli eventi che cambiano il senso di alcune cutscene presenti tra una missione e l'altra. L'intenzione degli sviluppatori è chiara: permettere al giocatore quel genere di rigiocabilità tipica della serie, che aumenta in modo consistente la già notevole longevità di Human Revolution.
La presenza degli intermezzi realizzati in FMV e non con il motore del gioco ci porta sulla questione tecnica di Human Revolution, che non ci ha particolarmente soddisfatto. I filmati sono ben fatti, tuttavia livelli e scene di dialogo sono stati renderizzati con un motore grafico piuttosto datato (e non sufficientemente aggiornato) che in molti frangenti conferisce al gioco il look di un titolo di almeno 4-5 anni fa. La differenza nella cura dei personaggi principali rispetto a quelli secondari è evidente sia per dettaglio, sia per le animazioni. Alcuni esterni e molti interni non brillano per rifiniture anche se, tutto sommato, le cinque aree in cui la vicenda si dipana sono funzionali al gameplay.
Avendo giocato la versione PC ci ha infastidito non poco il frame rate bloccato a sessanta FPS che non ci ha salvato da frequenti cali di performance una volta negli spazi aperti. I tempi di caricamento non sono esaltanti su PC molto potenti, per cui siamo curiosi di vedere in uno dei prossimi Digital Foundry come se la caveranno le versioni console.