La storia di DOTA
Valve e Blizzard presto in tribunale?
Nel frattempo, il DOTA originale non è morto: altri modder sono subentrati a chi si è imbarcato nel progetto League of Legends e si sono messi al lavoro per creare nuove varianti. La più conosciuta è sicuramente quella denominata Allstars realizzata sempre da Guinsoo. Si tratta di una versione del mod che prende i migliori elementi di tutte le iterazioni prodotte finora ed è anch'essa molto giocata da chi non ha abbracciato League of Legends.
Questa premessa ci permette di riprendere il discorso attualizzato ai giorni nostri che ci permette di capire quali interessi di Valve e Blizzard stiano per finire in rotta di collisione.
Nell'agosto del 2010 Valve ha infatti tentato di assicurarsi i diritti di sfruttamento del nome Defence of the Ancients senza riuscirci in quanto qualcuno si era mosso in anticipo per proteggere il brand. L'attenzione di Valve si è quindi semplicemente spostata sulla sigla "DOTA" (Valve afferma che non è un acronimo ma un termine passibile di protezione via trademark in sé stesso). L'intenzione è quella di intitolare il seguito del mod originale semplicemente Dota 2 utilizzando una versione aggiornata del motore Source che riprodurrà fedelmente il gameplay del mod in versione pre-League of Legends.
Poteva Blizzard stare a guardare? Ovviamente no se consideriamo che il marchio e la community hanno prosperato per anni sulla gratuità di mod basati completamente su prodotti Blizzard quali sono Starcraft e Warcraft 3. L'arrivo del secondo capitolo della saga di Starcraft 2 intitolato Heart of The Swarm pare infatti essere il momento giusto per cercare di non perdere contatto con la community del Dota originale e League of Legends.
Blizzard DOTA sarà infatti un mod sviluppato internamente dal team di Starcraft 2 che vedrà l'introduzione degli elementi tipici della serie (crescita dell'eroe, conquista dei punti di controllo, oggetti e abilità da sviluppare) in concomitanza con il ritorno della gestione delle risorse.
La situazione è quindi molto chiara: da una parte abbiamo League of Legends, ovvero un prodotto semicommerciale che attualmente raccoglie il nocciolo duro di una comunità cresciuta esponenzialmente nel corso degli anni. Dall'altra abbiamo due colossi dell'industria che vogliono realizzare un takeover "soft" cercando di non apparire a tutti i costi come i grossi squali desiderosi di monetizzare un successo partito dal nulla.
Nel mezzo abbiamo una probabile causa legale in arrivo che potrebbe decidere le sorti di un mercato come quello degli strategici in tempo reale per PC: il modo in cui Valve sta lanciando il gioco con il torneo di Dota 2 attualmente in corso al Gamescom fa intendere chiaramente che Valve sta puntando a rendere Steam una piattaforma di riferimento anche per gli strategici. Blizzard da parte sua rivendica la paternità su una community da sempre vicina al suo catalogo. La nostra impressione è che la casa di Morhaime non voglia permettere a Newell e soci di spodestare Battle.net e Starcraft 2 dalla loro posizione di predomino nel mercato degli RTS online.
Uno scontro tra titani molto interessante da seguire di cui non mancheremo di tenervi informati nei prossimi mesi.