Need For Speed: The Run
La strada in salita di Black Box.
Need for Speed: The Run ha certamente concentrato su di sé l'attenzione di tutti quelli che amano guidare macchine bellissime senza doversi troppo preoccupare di impostazioni, giri veloci e strategie dei box.
La presenza di scene che si svolgono fuori dall'abitacolo e di una storia vera e propria, un coast to coast da vincere assolutamente per rendere soldi ai soliti malavitosi di turno, non ha fatto altro che aumentare questo interesse.
Anche se non sono mancati alcuni scetticismi, NFS: The Run è senza dubbio un gioco da tenere d'occhio, il che spiega perché abbiamo deciso di tornare sull'argomento a seguito dell'invito di EA a provarlo in quel di Londra.
Un indubbio punto di forza del gioco è la varietà dei suoi scenari. Il fatto di poter contare su tutti i panorami che gli Stati Uniti possono offrire ha permesso agli sviluppatori di sbizzarrirsi con le ambientazioni, che variano dalle iconiche strade di San Francisco ai sobborghi industriali, passando attraverso scenari rurali come deserti, parchi naturali e sconfinate coltivazioni di grano.
In questo il comparto grafico è supportato da un engine di tutto rispetto, il Frosbite 2, che ha permesso al team di sviluppo di creare oltre 300 km di tracciati, una cifra tre volte superiore a qualunque altro Need for Speed.
La prova si è svolta in quattro ambientazioni differenti: San Francisco, dove tutto ha inizio, il parco dello Yosemite, le strade del South Dakota e la zona industriale di San Diego. Anche se i modelli delle macchine e il modo in cui si distruggono ha senza dubbio tratto giovamento dall'utilizzo del motore grafico dei DICE, bisogna dire che non tutte le ambientazioni ci sono sembrate all'altezza. Diciamo che è un gioco pienamente negli standard dell'attuale generazione, senza far gridare al miracolo.
Già saprete che le modalità di gioco disponibili sono riassumibili in quattro categorie: il superare un tot di avversari prima dell'arrivo, passare attraverso alcuni check point prima che finisca il tempo, corse uno contro uno e un survival mode in cui si deve fuggire da poliziotti e nemici vari, elicotteri inclusi.
Tutte queste modalità sono state ampiamente coperte nei nostri pezzi precedenti, tranne l'ultima, che era presente nel complesso livello di San Diego, dove un paio di SUV e un elicottero fanno a gara a chi riesce a far saltare per primo la nostra povera autovettura.
Il livello ha un taglio cinematografico decisamente "alla Michael Bay", quindi non mancheranno esplosioni, salti e sequenze che vi lasceranno qualche istante a bocca aperta, e rappresenta senza dubbio qualcosa di nuovo per il pubblico di Need for speed.
Sì perché oltre al concetto di fuga, ben presente nella saga, si aggiunge anche una componente scriptata in cui o s'impara esattamente quando il determinato barile esploderà o una determinata colonna cadrà sulla strada, o si rischia di vedere più volte la schermata del rewind, che ci riporta al checkpoint precedente, che la pista.
Questo sistema di "trial and error" per certi versi toglie spontaneità al gioco, visto che tutto alla fine si riduce al memorizzare esattamente il punto in cui bisogna trovarsi ogni volta, togliendo un certo gusto all'improvvisazione che di solito c'è in questo genere di titoli.