Resistance 3
Morte ai Chimera!
Devo ammettere di aver sempre avuto un debole per Resistance, sin dall'uscita del primissimo capitolo.
La guerra contro i Chimera rappresentò infatti uno dei primissimi esempi di cosa volesse davvero dire il termine "next-gen" e in questo senso anche Resistance 2 non fece altro che confermare le indiscutibili qualità degli Insomniac, dimostrando al contempo le potenzialità, ancora in parte inespresse, della PlayStation 3.
Sono passati circa tre anni dall'uscita del secondo capitolo della serie, e ora che il brand è ormai diventato un'icona del panorama PlayStation, Resistance 3 si presenta al grande pubblico con un duplice obbiettivo.
Da un lato, confermare i pregi del passato; dall'altro, cosa ancor più importante, regalare agli appassionati un'esperienza fanta-bellica ancor più intensa, frenetica e adrenalinica di quanto già non fosse quella dei due precedenti capitoli. Insomma, una vera e propria "prova di maturità". Saranno gli sviluppatori riusciti a superarla? Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo.
Joseph Capelli, congedato con disonore dall'esercito in seguito agli eventi di Resistance 2, è ora ritornato a casa e, insieme ad altri superstiti, sta faticosamente cercando di ricostruire quella stessa vita che i Chimera gli hanno rubato. Le fortificazioni sotterranee dove i sopravvissuti si sono rifugiati sembrano essere fuori dal raggio d'azione dei pericolosi alieni, almeno finché qualcosa va storto... perché qualcosa va sempre storto, no?
L'avventura vedrà dunque il caro vecchio Capelli riprendere le armi per scongiurare l'ennesima minaccia che mette a rischio la sopravvivenza della popolazione, una minaccia che per esser sventata lo costringerà ad attraversare parte degli USA per raggiungere una New York ormai in pieno possesso dei Chimera.
Una delle cose che più colpiscono sin dai primissimi minuti è senz'altro la "nuova" caratterizzazione del protagonista, passato dallo status di "big gym" a quello di un uomo fondamentalmente normale. Scomparsa dunque la muscolatura in stile Hulk e il carattere di Terminator, Capelli è ora un uomo più semplice, più ordinario, che pur possedendo abilità di combattimento non proprio comunissime, fa esattamente ciò che ognuno di noi farebbe al suo posto: cerca di sopravvivere. Ad ogni costo.
Tale cambio di personalità è ovviamente la chiave di una narrazione più matura, che pur dedicando ampio spazio all'invasione dei Chimera non si fonda solo sulla guerra, ma anche e soprattutto su quali sono le ripercussioni della stessa sulla popolazione.
Maturità non fa tuttavia sempre rima con qualità e Resistance 3 ne è purtroppo una palese dimostrazione; sebbene sia infatti impossibile non percepire l'ansia e l'angoscia provata da Capelli e i suoi amici rifugiati, il passare dei minuti tradisce purtroppo una narrazione non certo priva di lacune, che tende a perdere progressivamente d'intensità.
In questo senso la maggiore spettacolarizzazione dell'esperienza, frutto di una pregevole direzione artistica e di un gran numero di adrenaliniche sequenze scriptate, gioca senz'altro un ruolo fondamentale nel mantenere vivo l'interesse, ma la sensazione è spesso quella di trovarsi di fronte ad una pellicola del noto regista americano Michael Bay, dove l'azione non è altro che uno specchietto per le allodole volto a distogliere l'attenzione dalla scarsa profondità della struttura narrativa.