WET
Curve mozzafiato e pistole fumanti.
Va bene, il gioco in questione si intitola WET e la protagonista, di nome Rubi, è un'avvenente pulzella armata di pistole e katana, ma non c'è alcun motivo di riproporre le imbarazzanti allusioni di tipo sessuale bonariamente scaturite durante la visione del materiale propostoci. Cerchiamo quindi di essere professionali, anche se, dobbiamo ammetterlo, l'ammiccante (e improbabile) sussultare dei suoi glutei non ci ha certo lasciati indifferenti...sappiate perciò che il termine WET sta giusto ad indicare i cosidetti "wetworks", quel genere di lavori sporchi in cui spesso e volentieri ci si bagna le mani...di sangue.
Sulla trama vige ancora il massimo riserbo, ma è già noto che la nostra eroina si troverà ad affrontare tutta una serie di mansioni che vanno dallo sterminare un'intera banda di avversari, al recupero di oggetti di valore su commissione, sempre dopo aver sterminato un'intera banda di avversari. Si tratta in effetti di un mestiere dal benefico impatto ecologico: come l'indimenticabile Leon di Luc Besson, Rubi si occupa di "fare le pulizie". Niente scopa e secchiello per lei, ma pistole fumanti e armi bianche degne di un samurai. Il fatto che alla storia abbiano collaborato alcuni sceneggiatori della serie 24 potrebbe comunque essere sinonimo di una certa garanzia.
A seguito della fusione tra Activision e Vivendi, WET rischiava seriamente di finire nel cestino se non fosse intervenuta la salvifica mano di Betheseda, che ha subito rimesso i ragazzi di A2M in carreggiata fornendo adeguati mezzi per proseguire nel progetto. Eccoci quindi dinnanzi ad un titolo spregiudicato, cinico e ad alto tasso adrenalinico, che se da un lato ripropone paradigmi ampiamente abusati in campo cinematografico, dall'altro continua ad avere ottime chances di rivelare una propria peculiare identità. L'impronta di Tarantino è evidente in molteplici aspetti, così come lo sono le furiose sparatore in stile Stranglehold, l'approccio acrobatico di un Tomb Raider a caso e un significativo grado di tamarragine presumibilmente non troppo distante da quello di Dante in Devil May Cry.
Come avrete già capito, WET si ripropone di elaborare in maniera inedita quegli elementi vincenti che hanno fatto la fortuna di svariate serie videoludiche, cercando di amalgamare il tutto nella speranza di offrire un gameplay collaudato e funzionale al tipo di esperienza che il team intende offrire. Avremo pertanto a che fare con sequenze in bullet-time, sparatorie frenetiche, quick time events dislocati a seconda delle esigenze e temerarie acrobazie sulla falsariga di Mirror's Edge. Stiamo certamente parlando di un titolo inequivocabilmente votato all'azione, un prodotto che intende lasciare il giocatore col fiato sospeso per tutto il corso dell'avventura e che poco tempo concede all'introspezione. Magari giusto il tempo di ricaricare entrambe le pistole...
WET invita esplicitamente alla lotta senza soluzione di continuità, esortando il giocatore ad impegnarsi in combinazioni di mosse sempre più ardite e tenendo conto di tutti i progressi guadagnati negli scontri. Ecco perché saranno presenti segnalatori di combo e indicatori numerici incandescenti a festeggiare degnamente la nostra fame di piombo. Ciò risulterà evidente sin dall'inizio. Laddove altri titoli simili si propongono di introdurre il giocatore in maniera graduale, WET decide di optare per un sano e micidiale tutorial a base di sparatorie incontrollate. È come se il team di A2M avesse voluto mettere subito in chiaro le cose: ciò che stai vedendo adesso è ciò che ti aspetta per tutto il gioco. Prendere o lasciare. Chiaramente, tale azzardo è motivato da premesse indubbiamente galvanizzanti.