White Knight Chronicles
L'ultima fatica ruolistca di Level 5 per PS3.
Abbiamo finalmente messo le mani su White Knight Chronicles e, nonostante gli ovvi problemi legati alla lingua (si tratta della versione nipponica) abbiamo potuto tirare tutti un liberatorio sospiro di sollievo. Le premesse erano altamente incoraggianti, e se avete letto la nostra preview saprete certamente che questa nuova produzione targata Level 5 mette tanta carne al fuoco da saziare quanti si aspettavano da tempo un JRPG di spessore su PlayStation 3, piattaforma in cui il genere sembra stranamente latitare a dispetto della precedente console Sony.
Il sollievo però non è stato immediato: la prima ora di gioco l'abbiamo trascorsa con una certa apprensione. Se da un lato il comparto tecnico è subito rassicurante, dall'altro il character design non è propriamente memorabile. La trama prende avvio dal classico rapimento di una principessa (vedi te se si prendono il disturbo per una semplice lavandaia...) e noi ci ritroviamo ad impersonare lo stereotipato giovanotto di buone speranze, inizialmente sfigato (è l'umile garzone di una bottega) ma... ehi, è lui che salverà il mondo, giusto? Giusto. Lo farà grazie ad una bianca armatura al cui interno giace lo spirito di un eroe leggendario, il famigerato Cavaliere Bianco (sembra quello della celeberrima barzelletta ma tant'è...). La prima trasformazione del protagonista segue un rituale discretamente elegante, ma talmente farcito di cliché gustosamente nipponici che il nostro primo pensiero è stato: "Oddio, adesso si tramuta in Power Ranger..." E invece no. Nei panni di Lenard avremo la possibilità di guidare un mastodontico cavaliere la cui estetica non può che rimandare a tutta quella serie di mech antropomorfi tanto cari alla tradizione giapponese, ma che in fin dei conti risulta essere una delle peculiarità più intriganti del gioco.
I cattivi hanno portato via l'amata figlia del Re e sarà nostro dovere salvarla. L'incipit sarà sicuramente di una banalità devastante, ma la competente regia delle sequenze animate e la drammaticità di determinate scene fanno comunque presagire un intreccio complesso e ricco di risvolti inattesi. Il tono ironico adottato fino ad ora deriva pertanto da un motivo ben preciso: White Knight gioca sapientemente con trama e personaggi, mostrando una certa profondità senza per questo volersi prendere troppo sul serio. Un equilibrio delicato fatto di musiche epiche, combattimenti infuocati e divertenti siparietti tra i personaggi. Roba in cui gli sviluppatori orientali sono da sempre maestri indiscussi.
Il sistema di combattimento si svolge in tempo reale e offre la possibilità di concatenare combinazioni di mosse sempre più complesse man mano che si procede nel gioco. Attacchi e abilità varie si potranno selezionare velocemente tramite la croce direzionale, così come l'alternanza tra i vari membri del gruppo che affiancheranno il protagonista. Tramite alcune voci del menù potremo decidere la tipologia di colpi da assegnare ai personaggi e in generale impartire determinati comportamenti da mantenere in battaglia. Interessante (e perfettamente riuscita) l'opzione che ci consente di creare combo personalizzate, tramite la quale avremo modo di legare insieme attacchi fisici, magie, colpi aerei (utili per colpire i nemici più grossi in più punti) e attacchi a distanza. L'esecuzione di tali combinazioni sarà poi eseguita con estrema agilità tramite la tempestiva pressione di alcuni tasti entro un certo limite di secondi, donando così all'intero gameplay una cospicua dose di adrenalina senza perdersi in futili navigazioni nei menù.