World of Tanks
Abbiamo provato per voi il primo MMO cingolato!
Mi spiace rivolgermi quasi esclusivamente al pubblico maschile, ma il sogno di possedere un carro armato è una costante che accompagna l'uomo per tutto l'arco della sua vita.
Da piccoli ci affascina il modo in cui sbaragliano i soldatini di plastica, crescendo li vediamo come un'ottima soluzione al vecchino col cappello che guida mettendo solo la seconda, e invecchiando vorremo utilizzarli per concludere la festa del figlio dei vicini che ci tiene svegli alle due di notte.
C'è poco da fare, implicazioni freudiane a parte, i carri armati sono proprio fighi, ma l'obiettivo di World of Tanks è farvi capire quanto possa essere dura comandarne uno.
Il suffisso "World of" non è messo lì per caso: proprio come in un noto blockbuster online responsabile di esami non dati, notti insonni e incremento della massa grassa, sta a significare l'esistenza di un mondo online in cui siamo solo pedine di un gioco più grande e in cui sviluppare i nostri personaggi.
La differenza è che qui i tank non sono tori altri due metri ma sono tank veri e propri; al posto di sciamani, warlock e così via troviamo artiglierie, cacciacarri e altre scatolette con le ruote, e non dovrete imparare a usare tutta la tastiera per vincere la battaglia, vi basteranno un mouse, i fidi WASD e il vostro acume tattico.
Nella beta che abbiamo potuto provare erano disponibili solo i mezzi russi e tedeschi, un paio di mappe e una sola modalità di gioco (distruggi tutti i carri o conquista la base avversaria), tuttavia il materiale è più che sufficiente per farsi un'idea e capire come mai World of Tanks si sia meritato il titolo di "Best New Concept" all'ultimo E3.
Le fondamenta del gioco sono molto semplici: compratevi un carro, metteteci gli accessori necessari, scegliete un equipaggio e buttatevi sul campo di battaglia, cercando di seguire chi è più corazzato o veloce di voi. Facile da imparare, difficile da dominare, come vuole la tradizione dei giochi ben fatti.
Nonostante la natura "attendista" del gioco (l'unica volta in cui ho provato a muovermi in campo aperto il mio tank è stato rapidamente trasformato in un barbecue), uno scontro standard di WoT è un'esperienza estremamente divertente.
Anche con poche mappe a disposizione, non esiste uno scontro uguale all'altro, è un gioco fatto di attese, imboscate, fughe precipitose e decisioni prese in pochissimo tempo. Molto spesso basterà un colpo a farvi saltare in aria, o magari a danneggiarvi un cingolo, così da lasciarvi in mezzo al campo di battaglia a pregare che venga riparato mentre i vostri compagni cercano di coprirvi e gli avversari fanno saltare il terreno intorno a voi.
Oppure state cercando di accerchiare il nemico con un tank potente ma lento, coordinandovi, e improvvisamente di fronte a voi spunta un carro veloce che comincia a girarvi intorno, e mentre voi fate i conti con una pendenza improvvisa quello comincia a bombardarvi i fianchi ma viene polverizzato da un cacciacarri alleato che era rimasto nascosto dietro un cespuglio in attesa del colpo giusto.
È tutta una questione di tattica, intelligenza e fortuna: non dovrete passare ore a mandare a memoria i manuali tecnici, World of Tanks sta ai carri come Ace Combat sta alla guerra aerea o Street Fighter al pugilato. Un buon bilanciamento tra giocabilità e simulazione, e non sempre vince il più grosso.
Gli aspetti più ruolistici e simulativi però si fanno sentire quando il vostro carro è al sicuro nel garage. I menù sono abbastanza chiari e intuitivi, ma è inevitabile rimanere spiazzati dalla schermata degli upgrade disponibili. A meno che non siate esperti di veicoli corazzati della seconda guerra mondiale, all'inizio faticherete a orientarvi tra il negozio, le opzioni di ricerca, le sigle dei carri, dei cannoni e delle torrette.