L'uomo dietro l'Alieno
Intervista a Tim Jones, Project Lead di Rebellion.
Nel bilanciare le tre classi abbiamo voluto pensare a una meccanica sasso-forbice-carta, e tutto questo sistema si trasferisce poi dal single player al multiplayer. Abbiamo rifinito le singole razze, come nel caso del Predator, adesso più agile rispetto all’originale. Nei film lo vediamo compiere balzi da un punto all’altro, mentre nel primo AvP in confronto era alquanto impacciato. Ora abbiamo introdotto un meccanismo, il Focus Mode, che gli permetterà di saltare come nei lungometraggi.
I Marines hanno il Motion Tracker e armi molto potenti che li rendono letali dalla lunga distanza, in compenso sono davvero deboli nel corpo a corpo. In questo caso il massimo che possono fare è bloccare gli attacchi col fucile, ma non molto altro.
Il Predator è agile, ha delle armi dalla distanza molto potenti ma lente, e lo stesso si può dire dei suoi attacchi corpo a corpo. Diciamo quindi che è veloce negli spostamenti ma lento e possente nei combattimenti, il che richiede una certa dose di strategia per ottenere il meglio da esso.
L’Alien ha invece il vantaggio di potersi muovere velocemente e in qualsiasi direzione, oltre al fatto di vedere nel buio. Quando arriva a distanza ravvicinata è letale, ma non avendo alcuna arma deve pianificare bene i suoi attacchi o è spacciato.
Insomma, i tre protagonisti del gioco hanno tutti dei pro e dei contro, il che fa sì che non ci sia alcuna classe predominante nel multiplayer.
Capisco l’osservazione ma i nemici lampeggiano e fanno emettere al Motion Tracker un suono, gli alleati no. È una cosa alla quale ci si abitua abbastanza in fretta dopo un po’ di pratica.
È vero quello che dici ma va anche sottolineato che un gruppo di Marines bene affiatati può essere inarrestabile, ottenendo in questo caso performance migliori rispetto alle altre classi. Indubbiamente, una delle gioie del multiplayer!