Intervista a Danny Bilson
Intervista all’Executive Vice President di THQ.
Direi un nuovo logo, grandi titoli e grande marketing. La cosa più importante resta però la qualità e, anche se so che sembrerà banale, stiamo mettendo gli sviluppatori nelle migliori condizioni possibili per creare dei contenuti che la gente voglia comprare.
(appare sorpreso) Pensi davvero questo? Ma hai giocato a Homefront?
Credo che sebbene il gioco sia ambientato negli USA non ci sia alcun messaggio patriottico o propagandistico che possa fare pensare a un prodotto pensato per il pubblico americano. Gli eventi narrati avranno per un europeo lo stesso impatto di un qualsiasi gioco ambientato nella Seconda Guerra Mondiale.
Soprattutto nel seguito (del quale non posso parlare troppo o mi ucciderebbero), gli europei verranno particolarmente coinvolti. Ho già avuto modo di visionare gli artwork e ti posso assicurare che i piani per il seguito sono globali. In Homefront il fulcro non è il popolo americano ma la resistenza dei cittadini di fronte a una brutale invasione.
E poi, scusa, sono andati bene in Italia gli ultimi due Assassin's Creed?
E sono piaciuti molto anche a me nonostante sia americano. Potrei poi prendere ad esempio Red Dead Redemption, un titolo western che ha avuto un grande successo a livello mondiale.
Per quale ragioni credi che abbiamo preso Patrice (Désilets, Creative Director dei primi due Assassin's Creed)? Perché ho amato il secondo capitolo e credo che un bel gioco sia capace di rivolgersi a tutti.
Pensa poi a Space Marine, un titolo che non ha nulla di americano e che si basa su una licenza inglese. Non posso poi parlarti di uno dei nostri progetti futuri, incentrato sull'America ma in modo che la gente ne riderà.
THQ è composta da americani, europei, inglesi e australiani. Stiamo poi valutando se prendere un italiano come direttore creativo, ma non posso parlarne al momento..
Li dà anche a me...