Intervista a Danny Bilson
Intervista all’Executive Vice President di THQ.
È un ragionamento che può valere per alcuni nostri concorrenti ma non per THQ. Ma neanche per sbaglio. Il nostro lavoro, la nostra missione, è dare spazio alla creatività e questa è la ragione per cui stiamo attraendo così tanti talenti negli ultimi tempi.
Siamo convinti che dalla creatività possano derivare ottimi profitti. Crediamo nell'ispirazione e nell'originalità, non nei focus group o nei test a porte chiuse. E non crediamo che i fondi di investimento debbano dirci quello che dobbiamo fare.
Mi auguro che i due signori che avevi a fianco fossero realmente degli appassionati capaci di distinguere un gioco bello da uno brutto, ma nella nostra compagnia non è affatto così perché hanno promosso me, un creativo, a direttore della divisione dei videogiochi. Diversamente, al posto mio ci sarebbe un amministrativo o un finanziario.
Sia chiaro, siamo in questo business per fare soldi perché con essi possiamo poi fare nuovi prodotti. Ma com'è che si guadagna in questo settore? La risposta è semplice: facendo arte. È proprio per questa ragione che abbiamo al nostro fianco talenti del calibro di Patrice Désilets, Guillermo Del Toro e Tomonobu Itagaki. Nessuno dei quali, peraltro, è americano.
Credo che la dichiarazione espressa dal management di GameStop difenda le loro politiche, e capisco anche che le loro argomentazioni possano sembrare sensate, ma se uno ha 60 dollari da spendere e ne lascia 55 a GameStop per acquistare un usato, a noi cosa resta?
La risposta è che non resta nulla e il risultato è che io poi mi ritrovo senza il denaro da investire in giochi di qualità. Coi prodotti usati vengono sottratti i soldi dei consumatori dal nostro "ecosistema" (sic).
La politica di THQ di valorizzare il nuovo è quindi una diretta conseguenza: se compri il gioco nuovo hai tutto, mentre se prendi l'usato devi sapere che avrai qualcosa in meno. Il nostro obiettivo, però, è di trovare il giusto compromesso senza "offendere" il consumatore: sono anche io un essere umano e se in un negozio trovo un maglione a 5 dollari in meno che da un'altra parte, sono tentato di comprarlo lì.
Uno che entra in un negozio con 40 dollari da spendere e sceglie un titolo di THQ è comunque un nostro cliente e va rispettato, ma deve anche sapere che nessuno dei suoi soldi finirà nelle nostre tasche per coprire i nostri investimenti.
La gente deve capire che i giochi belli costano, e che il supporto all'online ha delle spese costanti e prolungate nel tempo. Pertanto nei nostri titoli alcune funzionalità del multiplayer saranno libere per tutti e rappresenteranno una sorta di assaggio: dopodiché, se si è interessati ad averle tutte, o si acquista il gioco nuovo o si compra un pass.