Enslaved

Non proprio. Monkey ha tutta una serie di mosse spettacolari con cui affronta le creature robotiche, facendole a pezzi e sfruttando l’ambiente circostante. Trip non può fare questo tipo di cose, può aiutare Monkey certo, ma chi vorrebbe giocare veramente con Trip?

A volte non so cosa gira per la testa di Alex Taini (il nostro visual art director). Gli piacciono le teste con i capelli rossi e quando gli chiedemmo di creare una Nariko passionale, se ne uscì con quella capigliatura rossa e folta. Trip, beh… gli abbiamo chiesto di renderla ugualmente passionale, ma non troppo. E così i capelli rossi sono tornati, ma questa volta più corti.

Enslaved è qualcosa di più che un viaggio incentrato sul duo Monkey-Trip. Quindi ci saranno altri personaggi con cui interagire…

Abbiamo sempre molte ambizioni e questo ci spinge ad andare oltre, mai a regredire. Vorremmo creare lo scenario di gioco più bello che si sia mai visto in un gioco, un titolo d’azione con una bella trama ma che ti permetta di affrontare 3000 nemici su schermo. Ma per farlo devi costruire un ambiente all’altezza e un engine grafico in grado di reggere un impatto del genere.

È un onore e un privilegio riuscire a creare storie, personaggi e mondi. In Heavenly Sword ho ritenuto importante creare una buona trama che accompagnasse il gameplay, nonostante in molti si chiedessero “Perché entrambe le cose?” Non gira tutto intorno al gameplay?

Per il tipo di giochi che facciamo, non ci può essere una divisione tra giocabilità e filone narrativo. Non sono due elementi che competono tra loro. Puntiamo a trovare una sintesi tra queste due feature, perché è questo che crea qualcosa di magico e che lo eleva rispetto alla massa.