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Essere Nathan Drake

Nolan North, l'uomo dietro l’eroe di Naughty Dog.

Tuttavia, la maggior parte di questi ruoli comportano il leggere un copione in una cabina di registrazione senza motion capture. La sua interpretazione in Uncharted invece emerge perché c'è una relazione diretta tra l'attore e il personaggio, e ciò è reso possibile grazie alla fiducia che Sony ha nei metodi di Naughty Dog.

"Siamo impegnati un paio di volte la settimana, per tutto l'anno", dice Henning. "Chi gira uno show televisivo può impiegare una settimana a girare un episodio, noi in una settimana facciamo al massimo un paio di scene".

"Tutti nel cast si conoscono e tutti, tra cast e troupe, sono amici tra di loro, quindi c'è una facilità nella comunicazione che ci fa sentire liberi di criticare il lavoro degli altri in maniera costruttiva, per cercare di migliorarlo, senza che l'ego di nessuno venga calpestato".

Il successo di North nell'interpretare Drake è probabilmente dovuto al fatto che il confine tra l'attore e il personaggio di Uncharted è molto sfumato. Carismatico, divertente, di bell'aspetto e autoironico, gli basta essere se stesso. Non c'è niente di approssimativo o di artificioso nell'interpretazione di North.

Il resto del cast e le loro interazioni col personaggio principale sono fondamentali per il ruolo di Drake.

"Puoi essere Hannibal Lecter per alcune settimane, ed è divertentissimo, ma è diverso. Quando ti trovi a lavorare a un progetto così lungo, alla fine deve diventare una parte di te, altrimenti tutto suona falso e pianificato".

La chiave di tutto ciò è l'ampio margine di manovra offerto a North, sopratutto per quanto riguarda la libertà di improvvisare. "Ho iniziato a New York, nei teatri e nel cabaret. Naughty Dog mi ha dato carta bianca, sguinzagliandomi come un cane in un parco", spiega. "Probabilmente facendo così il 90% del materiale è robaccia, ma ci sarà sempre un 10% che funziona alla grande".

"È una delle persone più naturalmente divertenti che conosca", afferma Richard McGonagal, che interpreta la spalla di Drake, Victor Sullivan. "È sempre pronto a uscirsene con qualcosa di divertente, quindi tutto ciò che devo fare è starmene zitto, ascoltare e reagire a quello che sta dicendo. Così facendo ci scambiamo un sacco di battute che vanno benissimo, ma dipende tutto da lui".

Una differenza fondamentale tra Uncharted e molti altri titoli, incluso L.A. Noire, è che la voce e i movimenti sono acquisiti insieme e non in due sessioni separate, con tutti gli attori contemporaneamente sul set.

Fortunatamente è una cosa normale per chiunque abbia lavorato in teatro, in TV o nel cinema. La difficoltà maggiore, secondo North, sono tutti quei movimenti che il giocatore si aspetta dal personaggio: "le azioni più complesse sono quelle che si svolgono durante il gioco. Se la scena d'intermezzo finisce con Drake posizionato in piedi che si muove verso sinistra, tu devi cominciare muovendoti verso sinistra, sia in corsa che camminando, perché questo si aspetta il giocatore".

Ogni attore interpreta più ruoli nei giochi della serie Uncharted.

"Tutto dev'essere fatto in uno spazio molto piccolo. È frustrante e un po' noioso, ma è fondamentale per rifinire i dettagli, perché quando poi vai a muovere Drake, la risposta dev'essere immediata".

"E spesso non dobbiamo solo interpretare Drake o Sully", spiega, "a volte faccio anche la parte del tizio a cui sto rompendo il collo. Tutti fanno più di un ruolo quando è necessario e c'è una grande collaborazione".

Negli ultimi anni molte celebrità ben affermate al di là del mondo dei videogiochi, sono state tentate dallo sfruttare la crescente popolarità del settore. Fable III ad esempio è stato letteralmente preso d'assalto, e vanta la collaborazione di ben quattro attori di grosso calibro: Stephen Fry, John Cleese, Simon Pegg e il premio Oscar Sir Ben Kingsley.

Tuttavia, quella che potrebbe rappresentare a tutti gli effetti una minaccia per la carriera degli interpreti videoludici, non sembra preoccupare minimamente North. "Secondo me non è importante che le stelle del cinema siano interessate a partecipare, ma che lo siano i semplici attori. C'è un senso di libertà, di bellezza in tutto questo, che oltretutto è associato a un discreto compenso, il che mi riporta indietro ai bei tempi del teatro sperimentale. Cose tipo 'diamo un milione di dollari a Vin Diesel per fargli fare una sessione di motion capture per Riddick' non funzionano più, i tempi sono cambiati".