I leader del mercato
Eurogamer.it intervista il top management italiano.
Questo quadro competitivo comporta poi un altro fattore molto importante, ovvero le immancabili rotture dei day one. Il momento magico nelle vendite di un prodotto è proprio il giorno del lancio, e indovina qual è il paese al mondo dove non vengono rispettati gli embargo più che in ogni altra nazione? Ovviamente il nostro, coi danni che puoi immaginare per chi come noi fa del rispetto delle regole uno dei suoi punti cardine.
Indubbiamente, quando si viene a creare una situazione dove un singolo retailer acquisisce una posizione così dominante come la nostra, è normale che alcuni publisher non la vivano bene. Ciò detto, c'è chi capisce che non si può arrestare la crescita di un'azienda quando questa si muove bene sul mercato, e quindi cerca di sfruttare al massimo quelle che sono le nostre potenzialità; c'è anche però chi cerca di metterci i bastoni tra le ruote, magari in modo mai aperto, prendendo delle posizioni che di certo non ci agevolano.
Credo che questa sia una visione un po' miope del mercato. Mi immagino uno sviluppatore che entra in uno dei nostri punti vendita, vede un cliente che acquista un prodotto usato anziché nuovo, e si fa certe idee.
Quello che non considera è che noi creiamo un indotto che fa bene a tutta l'industria, e che portiamo nei negozi milioni di persone che acquistano gioco nuovi e a catalogo.
Non solo, ma nella maggioranza dei casi l'usato è una forma di pagamento del nuovo. Non fosse per la possibilità che offriamo alla gente di dare dentro i giochi vecchi per acquistare quelli nuovi, di questi ultimi se ne venderebbero molto meno...
Penso che lo sviluppatore dovrebbe fermarsi molto più nei nostri punti vendita e capire perché così tanta gente entri nei nostri negozi e spenda soldi costantemente.
Abbiamo chiuso lo scorso anno con 9,1 miliardi di dollari di fatturato.
È una domanda delicata. Credo che sia una mossa dettata dalla volontà di accontentare lo sviluppatore che comunque è una parte importante per il publisher e dev'essere accontentato. La posso vedere solamente così, perché sono convinto che un publisher debba fare un discorso manageriale e di conto economico che non può assolutamente pensare di puntare il dito sull'usato. Vedremo poi quale sarà il successo di simili iniziative...
Le due affermazioni sono in realtà compatibili. Electronic Arts non ha infatti specificato se ha venduto più copie nuove o più pass. Il nostro business, te lo posso confermare, non è stato minimamente intaccato da questa strategia, quindi la mia spiegazione è EA non abbia venduto più giochi nuovi ma molti Online Pass, con reciproca soddisfazione nostra e del publisher.
Il mio punto di vista comunque è che il nostro sia un settore che vive di equilibri delicati e che si deve stare molto attenti quando si introducono nuovi elementi che potenzialmente potrebbero comprometterne la stabilità. Forse è meglio cercare di affinare ciò si sa già andare bene...