I leader del mercato
Eurogamer.it intervista il top management italiano.
Scusa la domanda, ma dove si vede questo spostamento verso il digitale? Molti commettono l'errore di assimilare i videogiochi alla musica ma non è così. Mentre nel primo caso i vantaggi offerti dalla possibilità di scaricarsi un singolo anziché un intero album sono evidenti, non è che uno di un videogioco possa scaricarsi solo un livello o un personaggio.
Innanzitutto scaricarsi un gioco completo non è una passeggiata, visto che il peso di un download è spesso di diversi gigabyte; in secondo luogo, una volta che uno si compra un gioco in digital delivery ce l'ha sull'hard disk e lì se lo tiene senza poterlo rivendere o prestare ai suoi amici.
Pertanto, il futuro starà nel digitale solo nel momento in cui ci sarà una reale convenienza e ora questa, relativamente ai videogiochi, stento a trovarla.
Aggiungo infine che quando la gente pirata un DVD, il film in larga parte s'è già ripagato al botteghino. Non oso immaginare cosa accadrebbe se la gente trovasse il modo di piratare i giochi scaricabili in digitale sin dal day one. Andrebbero in fumo investimenti da decine di milioni di dollari.
Questa è l'unica cosa che potrebbe cambiare le carte in tavola, ovvero una netta presa di posizione dei publisher o dei produttori di console verso il digital delivery. Al tempo stesso, però, mi domando dove starebbe la loro convenienza.
Perché è chiaro che se si taglia tutta la catena della distribuzione e si vuole costringere la gente ad affrontare download di diverse ore, nonché a perdere la possibilità di recuperare l'investimento attraverso l'usato, il prezzo di vendita di un videogioco dovrebbe essere davvero aggressivo.
Ma abbattendo il prezzo al dettaglio del 20% - 30%, i margini che resterebbero in tasca a un publisher sarebbero probabilmente gli stessi che ha ora, con la differenza che non ci sarebbe più nessuno che svolgerebbe la funzione di guidare all'acquisto, spiegare e consigliare i consumatori, che oggi è una nostra prerogativa.
Se invece la spinta al digitale venisse dai produttori di console, faccio solo presente com'è andata a finire l'esperienza della PSP Go..
Stiamo parlando del mercato PC, che in Italia rappresenta forse il 6% del fatturato legato al mondo dei videogiochi, includendo in questo valore non solo il software ma anche l'hardware. Col mercato console invece la situazione è ben diversa, anche perché poi lì ci vuole anche chi venda l'hardware e gli accessori, e l'abolizione del canale tradizionale sarebbe un atto che porterebbe con sé più danni che benefici.
La nostra politica è senz'altro quella della massimizzazione degli utili, né potrebbe essere diversamente. Stiamo comunque studiando iniziative volte a fare in modo che la maggiore propensione al digitale segua dei binari ben definiti con non rischino di infrangere gli attuali equilibri.
Mi riferisco a iniziative che sono già partite negli USA quali la nostra Posa Card o la possibilità di acquistare nei nostri punti vendita i DLC dei vari videogiochi.