Skip to main content

Geoffroy Sardin

Ubisoft tra presente e futuro.

Eurogamer: Ciò farebbe di voi dei veri e propri produttori cinematografici? Voglio dire, un prossimo e ipotetico film di Prince of Persia uscirebbe sotto ancora l'etichetta Walt Disney Pictures o Ubisoft?

Geoffroy Sardin: Non abbiamo ancora deciso formalmente il modello economico, ma possiamo fare tutto quello che vogliamo. Possiamo collaborare con una major o muoverci in autonomia: vogliamo essere liberi di decidere e possiamo farlo, perché il marchio è nostro.

Eurogamer: Rispetto a un tempo, un videogioco si declina ormai in molteplici diramazioni: multiplayer, DLC, Facebook, YouTube, Twitter, e ancora vere e proprie piattaforme come Steam, BattleNet e la nuova Origin di EA. Pensiamo poi al vostro uPlay o a servizi aggiuntivi quali Call of Duty Elite...

Quanto è difficile valutare quanti e quali di questi nuovi strumenti siano meritevoli di investimenti soprattutto nella loro fase di vita iniziale? In altre parole: quanto è difficile oggi per un publisher capire come allocare il proprio budget?

"Non abbiamo una nostra linea sportiva, perché non crediamo di avere le competenze necessarie per diventare protagonisti in quel mercato."

Geoffroy Sardin: È una bella domanda. Il nostro obiettivo principale è quello di guardare attentamente agli investimenti, così da avere poi i capitali da reinvestire in nuove idee, non senza assumerci un certo margine di rischio, ovviamente. Nel fare questo dobbiamo investire anche sui giovani, perché sono loro che tracciano le linee guida del futuro, e possibilmente devono appartenere alle varie tipologie di consumatori.

Se ci fai attenzione Ubisoft presidia vari segmenti: abbiamo giochi online e offline, per core e casual gamer. Non abbiamo a priori la certezza del ritorno dei nostri investimenti, quello che sappiamo è che, soprattutto nel mondo dei videogame, non c'è una sola verità. Vogliamo avere una proposta adatta a chiunque.

Eurogamer: Ok, mettiamola così: quanto incidono tutti i servizi aggiuntivi oggi disponibili nei videogiochi sul fatturato complessivo? Sono cose che si fanno più per l'immagine, per dare la sensazione che si tiene il passo dei tempi e della concorrenza, oppure offrono un tangibile ritorno economico?

Geoffroy Sardin: Ubisoft non vuole solo inseguire gli altri, quindi le feature che a noi non paiono capaci di garantire un certo ritorno economico non le includiamo nei nostri giochi. Ma questo vale anche, più in generale, per gli stessi generi che trattiamo. Ad esempio non abbiamo una nostra linea sportiva, perché non crediamo di avere le competenze necessarie a poter diventare protagonisti in quel segmento di mercato. Siamo un'azienda francese, le cose per farle le dobbiamo sentire dentro...

Ghost Recon Online è un esempio della volontà di Ubisoft di declinare i propri marchi in diversi segmenti di mercato.

Eurogamer: Approfondiamo allora il discorso relativo al vostro catalogo. Titoli sportivi: l'ha appena detto lei, non ne avete. MMO: c'è Blizzard, ci proverà EA con BioWare, ma anche in questo caso non ne avete. FPS "classici": abbiamo Call of Duty e Battlefield 3 a spartirsi la torta, mentre Ubisoft agggira l'ostacolo con prodotti "collaterali" quali Far Cry 3 o il prossimo Ghost Recon. Senza volere elencare tutte le varie tipologie di giochi, in quali segmenti crede che Ubisoft abbia ancora margine di manovra e in quali altri invece crede sia meglio non provare a entrare perché già ben presidiati?

Geoffroy Sardin: Credo che Ubisoft abbia di fronte a sé ancora ampi margini di manovra. Nel nostro portafoglio abbiamo dei marchi molto forti che possiamo declinare in vari modi. Prendo ad esempio Ghost Recon: abbiamo Future Soldier per 360, PS3 e PC ma anche Ghost Recon Online, un free-to-play sviluppato a Singapore. La stessa cosa la faremo con Settlers e Trackmania. Vedrai poi che alla gamescom svilupperemo un discorso molto interessante per quanto riguarda l'online. Tutti i nostri marchi più importanti verranno declinati in tal senso.

Eurogamer: Giusto per capirci, sta per caso parlando di un MMO di Assassin's Creed?

Geoffroy Sardin: No, ma lascio a te immaginare di cosa possa trattarsi...

Eurogamer: Cambiamo discorso: lei conosce MX vs. ATV Alive di THQ?

Geoffroy Sardin: No.

Eurogamer: Si tratta di un gioco di corse lanciato con un modello di business abbastanza insolito. Viene infatti venduto a un prezzo piuttosto economico con però disponibili solo poche piste; per sbloccarne altre o si corre su quelle presenti fino allo sfinimento, o se ne acquistano di nuove. Una specie di freemium applicato però a un prodotto scatolato da scaffale.

Geoffroy Sardin: Ok...