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Geoffroy Sardin

Ubisoft tra presente e futuro.

Eurogamer: Ebbene, a maggior ragione in un contesto in cui un tripla A next-gen dovesse costare 100 milioni di dollari di sviluppo, a quali modelli economici assisteremo nel futuro?

Avremo ancora offerte "tradizionali" con lo scatolato in vendita a 70 euro o vedremo proliferare iniziative come quella di THQ? Quali sono i piani in proposito di Ubisoft, ammesso che li possa anticipare?

Geoffroy Sardin: Stando ai nostri colloqui con Microsoft, Sony e Nintendo, abbiamo ricevuto rassicurazioni che almeno per i prossimi 10 anni la scatola esisterà ancora e rappresenterà il modello di business dominante. Quindi le nostre politiche saranno orientate in tal senso, sebbene si possa pensare di instaurare ancora più sinergie con l’online. È una cosa che noterai molto con Wii U: i giochi in futuro saranno un misto di disco, di scatola e di online.

Eurogamer: Riprendendo però l'esempio di THQ, voi sareste disponibili a valutare in futuro un Assassin's Creed venduto a 39 euro con una sola città disponibile e la possibilità di sbloccare le altre solo pagandole separatamente?

Geoffroy Sardin: Sì, senz'altro. Stiamo lavorando su questa strada...

Un Assassin's Creed venduto a prezzo budget con contenuti sbloccabili via microtransazioni? Ubisoft ci sta pensando.

Eurogamer: Tra una console rivoluzionaria ma indecifrabile nelle sue potenzialità, e una invece più canonica ma dotata di una notevole potenza di calcolo, su quale investirebbe i suoi soldi? O, per dirla senza giri di parole, quanto punterete su Wii U e quanto sulle prossime Xbox e PS3?

Geoffroy Sardin: La filosofia di Ubisoft è da sempre quella di non trascurare alcuna piattaforma. Ad esempio, nessuno all'inizio aveva intuito le potenzialità del Wii, ma noi decidemmo di fare ugualmente degli esperimenti perché ci sembrava una macchina molto semplice da usare. E là dove c’è semplicità ci saremo sempre noi, ed è per questo che saremo presenti al lancio del Wii U coi nostri titoli, così come per l’NGP.

Siamo una società che cerca sempre di anticipare i tempi, tant'è che le prossime tecnologie sulle quali stanno lavorando i first party sono già presenti nella nostra azienda e stiamo lavorando su di esse da tempo.

Eurogamer: Lei ha appena detto che Ubisoft privilegia la semplicità eppure a me sembra che i giochi siano ormai sempre meno semplici. Abbiamo la console portatile che si integra con quella casalinga condividendone i salvataggi, il GPS per trovare altri utenti nei paraggi, lo shop online, la connessione ai social network, l'editor, la ladder, l'achievement, il doppio schermo, il triplo sistema di controllo, l'instant messaging, il gioco Facebook che sblocca il bonus nella versione HD... non crede che stiamo perdendo quella che era la spontaneità e l'immediatezza dei videogame di una volta?

Geoffroy Sardin: Credo che nonostante tutto, l'esperienza di gioco sia ancora semplice. Voglio dire, sono sicuro che quando hai visto la presentazione di Wii U hai capito tutto...

Ubisoft non vuole trascurare alcuna piattaforma e non mancherà l'appuntamento con Wii U.

Eurogamer: Ho capito quello che hanno detto ma non sono sicuro di avere intuito tutte le potenzialità ad esempio di un gioco di seconda generazione per Wii U...

Il che, paradossalmente, è in contrasto col trend di mercato degli ultimi anni: si cerca a tutti i costi l'allargamento verso l'utenza casual e poi le si mettono in mano dei titoli che la bombardano di feature e di opzioni...

Geoffroy Sardin: Quello che dici è vero ma non dimenticare che sei pur sempre tu a scegliere il grado di approfondimento. Se vuoi puoi limitarti all'esperienza più superficiale, diversamente puoi approfondire il prodotto in tutte le sue potenzialità.

Eurogamer: Voi però, in quanto publisher, siete costretti a includere ormai tutte queste caratteristiche nei vostri giochi, il che immagini vi richiederà investimenti sempre maggiori...

Geoffroy Sardin: È la verità...

Eurogamer: E dunque, e qui concludo, per quanto possiamo andare avanti in questa crescente stratificazione dei videogiochi? Quanto margine c'è ancora prima che creare un titolo diventi antieconomico?

Geoffroy Sardin: Tutte le cose che hai citato costano, è vero, ma poi a ben guadare neanche troppo. Il vero problema non è l'investimento in sé, quanto il sapere usare bene questi nuovi strumenti. I nostri 22 studi sono costantemente al lavoro per capire come sviluppare al meglio le nuove potenzialità dei videogiochi d'oggi e di domani. Il costante interscambio di informazioni tra di essi ci permetterà di essere capaci e spesso di anticipare quelle che saranno le esigenze dei consumatori.