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Halo: Reach

L'anello si chiude qui.

Quanto meno, però, ora si potrà guidare qualsiasi cosa abbia un volante (e non solo) presente nel gioco. Nelle fasi finali ci siamo infatti trovati a passare vicino a dei camion abbandonati per strada ed è stato con un certa sorpresa che abbiamo scoperto che erano anch'essi pilotabili. Nulla di rilevante, sia chiaro, ma entrare in una base Covenant a bordo di un furgone può strappare un sorriso.

Stessa reazione, sebbene in senso opposto, l'ho avuta ripensando alle dichiarazioni di Brian Jarrard che aveva annunciato la presenza nel gioco di un ecosistema animale. In realtà il tutto si è ridotto a un paio di struzzi che nelle fasi iniziali ci ritroviamo di fronte nei momenti meno opportuni, e in un paio di creature indigene enormi che andranno uccise, avendo esse identificato in noi il loro prossimo spuntino. Tolte queste sporadiche apparizioni, però, non c'è davvero altro da segnalare.

OK, MA IL GIOCO COM'È?

A questo punto mi immagino i più impazienti di voi: ok, vanno bene tutte queste notazioni, ma alla fine il gioco com'è? Ebbene, al di là delle novità finora introdotte, mi sento di dirvi che la campagna di Halo: Reach è una delle più belle ed emozionanti che abbia giocato ultimamente. Nulla di sconvolgente, sia chiaro, ma si vede chiaramente l'intenzione di Bungie di salutare i propri fan col botto.

Tecnicamente la sensazione è che l'Xbox 360 sia stata spremuta al massimo delle sue possibilità: non è raro infatti, durante alcune sequenze d'intermezzo, vedere scattare visibilmente le immagini, soprattutto in modalità cooperativa. Al tempo stesso, però, la cura riposta nei dettagli di armi e armature, nonché nella realizzazione degli scenari, è innegabile. Halo: Reach è non solo l'episodio più bello da vedere della serie (e fin qui, nulla di strano), ma uno degli FPS più belli in circolazione.

La trama è ben descritta dagli eventi che vedremo accadere su schermo, e i dialoghi sottolineano puntualmente i momenti salienti della storia. La regia delle sequenze d'intermezzo è cinematografica e, complici le musiche epicheggianti e le scene di massa cui spesso assisteremo sullo sfondo, avremo davvero la sensazione di trovarci calati in un conflitto planetario.

Ciò detto, però, va anche ammesso che Bungie alterna a momenti di rara bellezza anche altri di scarsa originalità. Le missioni che ci troveremo ad affrontare sono infatti riassumibili in pochi filoni: vai in quel posto e scopri che è successo; vai in quel posto e fai saltare quell'installazione militare; difendi quel posto per tot tempo fino a quando non ti verrà detto di procedere. Tutto qui.

Sia chiaro, non è che il panorama degli FPS ci proponga solitamente molto di più, ma fa specie pensare a tutta l'attenzione riposta dagli sviluppatori su elementi anche di contorno, trascurandone magari di più importanti.

Un trailer cinematografico per assaporare le atmosfere del gioco.

A questi momenti di scarsa vena creativa, però, se ne alternano come dicevo sopra altri che invece meritano di essere vissuti da qualsiasi giocatore. Il primo, inevitabilmente, è relativo alla missione nello spazio, che si potrà provare a metà circa della trama: senza volervi svelare le ragioni che ci porteranno a pilotare un Sabre in orbita attorno al pianeta Reach, va detto che la variante introdotta da Bungie fa dannatamente bene il suo mestiere. I caccia si pilotano con una naturalezza e in pochi secondi ci si ritrova catapultati in dogfight forsennati contro Seraph e Phantom, come non accadeva dai tempi di X-Wing vs TIE Fighter (chi se lo ricorda è bravo).

Le tattiche da seguire in questo frangente sono piuttosto semplici: si tirano giù gli scudi dei velivoli nemici a colpi di mitragliatore e quindi si finisce il lavoro con missili a ricerca automatica, e l'attacco spaziale su larga scala dei Covenant dal quale ci dovremo difendere, si rivelerà degno di una puntata di Battlestar Galactica.

Bellissima anche la missione successiva, quando abborderemo un incrociatore Covenant e combatteremo a gravità zero con l'audio quasi del tutto assente, vista l'assenza dell'atmosfera. Il tutto per trovarsi, pochi minuti dopo, a combattere tra le succitate strade di Nuova Alessandria, col loro sviluppo verticale.

Avatar di Stefano Silvestri
Stefano Silvestri: Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.

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Halo: Reach

Xbox 360

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