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Suda 51

"Un giorno, lancerò mutande..."

Ci è stato detto che Suda 51 -vero nome Goichi Suda, l'eccentrico presidente dell'ancor più eccentrica sotfware house Grasshopper Manufacture- adori le interviste. Ci è stato detto che trascorrere un'intera giornata in uno stanzino della Business Meeting Area del Tokyo Game Show, rispondendo in continuazione alle stesse identiche domande, sarà di fatto la ruotine della sua settimana. E, in modo un po'prevenuto, abbiamo pensato che la cosa lo rendesse un egomaniaco. Ma alla fine abbiamo scoperto che è così soltanto perché é davvero un grande.

Suda è un anglofilo con indosso una maglietta dei Primal Scream, un tipo tranquillo e dalla voce profonda, che non dimostra affatto i suoi effettivi 40 anni. Una persona del tutto modesta e sempre pronta a ridere, completamente diversa da quello che uno si aspetterebbe fermandosi al suo enigmatico ed incisivo soprannome ("Go-ichi" si pronuncia come "cinque-uno" in Giapponese) e alle sue produzioni artisticamente bizzarre.

O meglio, magari avreste potuto anche pensarla in quel modo prima dell'uscita di No More Heroes. Ovvero quel folle action per Wii che mischiava con stile e carattere la struttura di GTA, le stravaganze di Metal Gear Solid, le battaglie di Dynasty Warriors, i power up di Pac-Man ed i menu di un'elegante gelateria italiana. E in effetti lo strafottente protagonista del gioco, Travis Touchdown, con la sua ossessione per il wrestling messicano, gli anime e le t-shirt un po' sopra le righe ricorda abbastanza da vicino lo stesso Suda 51. E per la prima volta nella storia di Grasshopper, questa volta si è deciso di regalare un (inatteso?) bis.

"E' un figo!", ci dice un Suda palesemente su di giri. "Mentre stavo dedicandomi alla creazione dello scenario per No More Heroes, mi piaceva il personaggio che stavo definendo. Anzi, a dire il vero avrei pure voluto scrivere qualcosa di più a proposito di Travis nel primo No More Heroes: pensavo che personaggi di questo tipo avessero una personalità davvero interessante."

Killer 7: bizzarro.

Mentre si trovava sul rumoroso palco dello show floor il giorno prima, dinnanzi ad un contingente di giornalisti americani in piena adulazione, Suda ha dichiarato che il motivo per cui per la prima volta ha voluto dedicarsi ad un sequel è da ricercarsi proprio nella figura di Travis. E siamo assolutamente portati a credergli -anche se sospettiamo che il fatto di aver venduto (almeno per una volta!) non poche copie di un suo titolo abbia influito e non poco.

Grasshopper si è imposta all'attenzione generale con Killer7, l'affascinante e ultraviolento rail shooter per GameCube e PS2 pubblicato da Capcom. Un prodotto controverso, capace al tempo stesso di ammaliare con la sua grafica e di confodere coi suoi controlli, non certo acclamato in maniera trionfale nelle chart di vendita. No More Heroes al contrario si è rivelato, vuoi per le recensioni entusiastiche della critica, vuoi per la pochezza dei competitor su Wii, una discreta hit presso il pubblico (almeno in occidente...).

Suda non si sbilancia più di tanto sul rapporto vendite/sequel. "Quando abbiamo lavorato al primo No More Heroes, Grasshopper e il publisher giapponese Marvelous erano davvero fiduciosi circa le probabilità di successo del gioco. All'epoca ci siamo semplicemente detti OK, se dovesse fare il botto realizzeremo un seguito. E visto che le vendite in USA e Europa si sono rivelate abbastanza buone abbiamo pensato di farlo."

No More Heroes: sciocco.

Si tratta anche, ci rivela, di una realtà ormai consolidata nella moderna industria videoludica. Nonostante sia un uomo con la testa stracolma di possibili concept di gioco ("Certamente morirò prima di aver messo in pratica tutte le mie idee"), motivazioni strettamente economiche rendono assai improbabile la possibilità di lanciare solo e soltanto nuovi IP.

"Creare nuovi IP, oggi, è una cosa incredibilmente difficile da fare. Marvelous però ha creduto fino in fondo in me, mettendomi qualche pressione ma lasciandomi alla fine fare quello che volevo". E non che Suda non abbia spinto con decisione sull'acceleratore. Stavolta tuttavia l'avventuroso publisher si meritava una meritata pausa, e Goichi è stato ben felice di rendere la cortesia. "Considerando la mia intera carriera, questa è stata la primissima volta in cui ho voluto davvero realizzare un sequel".

Non sappiamo molto di No More Heroes: Desperate Struggle (aka No More Heroes 2, come Suda stesso ama chiamarlo) a parte il teaser trailer mostrato durante l'annuncio del gioco stesso al TGS. E neanche il papà di Travis sembra volersi sbottonare troppo, al momento.