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Intervista a Tom Chilton

Mezz'ora col Lead Designer di World of Warcraft.

Tom Chilton

Avrei più risposte da darti. La prima riguarda WoW: qualsiasi cambiamento interessi questo gioco, verrà sempre introdotto attraverso aggiustamenti graduali. Non intraprenderemmo mai delle azioni che stravolgano il gameplay così com'è conosciuto.

Ciò però vuol dire che WoW abbia il miglior game design possibile? La mia risposta è che l'attuale è quello che funziona meglio con questa tipologia di MMO, il che però non vuol dire che non ci sia spazio per delle innovazioni.

Spostando il discorso ad altri giochi, allora la mia risposta cambia: ci sono in giro tanti altri generi, non ultimi gli FPS quali Call of Duty, che dimostrano come si possano strutturare delle missioni single player che sappiano catturare l'attenzione dei giocatori. Quanto di questo si può trasporre in un MMO? È presto per dirlo ma abbiamo delle idee...

Eurogamer Insomma, mi stai dicendo che qualora voleste rivoluzionare il gameplay abituale dei MMORPG, preferireste farlo con una nuova IP e non con World of Warcraft?
Tom Chilton

Esattamente.

Eurogamer Sono sempre più diffusi gli MMO con un modello free-to-play. Poiché dite di volervi rivolgere sempre più anche ai giocatori casual, perché non intraprendete anche voi questa strada? Questa utenza non avrà mai il tempo di partecipare ai raid come gli hardcore gamer: così facendo non temete di scontentare un'importante fascia di pubblico e perdere potenziali guadagni?
Tom Chilton

Credo che sarebbe un cambiamento troppo radicale per quello che è attualmente lo spirito del gioco e non è qualcosa che abbiamo in previsione di discutere. Come sempre nella vita ci sono dei pro e dei contro: è vero che da un lato così facendo la gente potrebbe giocare gratuitamente, ma dall'altro con questo sistema poi si troverebbe a spendere più soldi di quanto non vorrebbe, perché avrebbe lì su un piatto d'argento degli oggetti da acquistare che diversamente non prenderebbe neanche in considerazione.

Inoltre i giochi dove a una spesa di soldi corrispondono oggetti che effettivamente potenziano il proprio personaggio, non hanno a mio avviso quella "integrità morale" che invece può vantare World of Warcraft. In WoW tutto quello che ottieni dipende dall'abilità che dimostri nel gioco, e non dal successo che sei riuscito a ottenere nella "real life" (in verità non è proprio così: diciamo solo che è più difficile e costoso, ndSS).

Con questo non voglio criticare il modello free to play, dico solo che non credo si adatterebbe a World of Warcraft.

Eurogamer Provo ad aggirare la tua risposta: una delle obiezioni classiche di chi compra la valuta virtuale di WoW è che lo fa per recuperare quel tempo che non ha a disposizione. Perché un ragazzino può anche giocare 6 ore al giorno, l'adulto no e spesso finisce con l'essere discriminato per avere un lavoro o una famiglia. Se voi vendeste la vostra valuta non rendereste il gioco più democratico?
Tom Chilton

Ho un paio di risposte da darti in merito. La prima è che quando sentiamo argomentazioni di questo tipo, ragioniamo sul fatto che forse siamo noi a proporre un'esperienza troppo ripetitiva. Vogliamo che WoW sia un gioco divertente, non un posto dove si farma, e i cambiamenti che abbiamo apportato in questi anni sono stati rivolti anche alla soluzione del problema che tu hai esposto.

La seconda risposta è che quando uno compra dei soldi dai gold farmer, non sta in realtà compensando il tempo che non ha più, piuttosto lo sta sottraendo a qualcun altro. Oggi come oggi è quasi impossibile farmare i soldi come un tempo, e tutti i gold illegalmente scambiati provengono dal furto degli account di altri utenti, i cui personaggi vengono del tutto spogliati dei loro averi che sono poi rivenduti in cambio di soldi da scambiare illegalmente.