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David Braben e il Kinect

Il creatore di Elite spiega il futuro del motion control.

David Braben è una leggenda nel mondo dei videogiochi. Se non lo conoscete, vuol dire che non conoscete neppure Elite, uno dei giochi più influenti di tutti i tempi, e probabilmente meritate di passare tre giorni sotto la pioggia per espiare i vostri peccati. Oggi David non ha perso la voglia di creare e ha deciso di sfruttare la genialità delle sue intuizioni nello sviluppo di titoli per Kinect.

Col successo di Kinectimals nel carniere, Braben si sta ora dedicando a Disneyland Adventures, con lo scopo di renderlo il più bello possibile per il giorno del lancio, atteso per la fine dell’anno.

Il suo studio, Frontier Developments, fa parte della seconda ondata di sviluppatori per Kinect ed è nella posizione ideale per fornire un punto di vista privilegiato sulla tecnologia di motion sensing di Microsoft. Com’è migliorata? Dove sta andando? E perché il pubblico hardcore è così scettico? Ecco a voi l’intervista di Eurogamer in cui Braben risponde a queste domande e a molte altre: buona lettura!

Eurogamer: Frontier è profondamente legata a Kinect. Come si è evoluta la tecnologia dal giorno del lancio?

Secondo David Braben, il Kinect ha ancora molti margini di miglioramento.

David Braben: Il cambiamento più grande sono gli sviluppatori che imparano a sfruttarlo al meglio.

L’aspetto più bello di un foglio bianco è che puoi farci quello che vuoi, ma può essere anche un momento spiazzante. Come mettere il gioco in pausa? Come accedere alle opzioni? È come scrivere un nuovo vocabolario e una nuova grammatica.

Questa fase è comune nei primi giorni di un nuovo sistema di controllo. Quando cominciarono diffondersi i controlli analogici, alcuni giochi avevano dei comandi po’ troppo complessi. In uno dei primi titoli a sfruttarli, mi pare fosse Turok, bisognava utilizzare lo stick analogico destro insieme ai tasti, che erano troppo vicini, ed era veramente difficile farlo.

Se ricordate, quando sono usciti i gamepad i puristi hanno cominciato a stracciarsi le vesti e a sostenere che i veri giochi si controllano con tastiera e mouse, e c’è ancora un sacco di gente che la pensa così.

Quando ho iniziato io, molti sistemi utilizzavano solo la tastiera. Il mouse era visto come una sorta di terribile abominio, qualcosa di impreciso, e non è stato utilizzato nei giochi per molto tempo. Il mio primo mouse costava 100 sterline ed era ancora qualcosa di sperimentale. Nessuna macchina lo utilizzava come interfaccia di controllo tranne l’Apple Lisa, quello strano e stupidamente costoso computer uscito nei primi anni Ottanta.

C’è voluto un po’ perché l’uso dello stick destro per controllare la visuale e quello sinistro per il movimento diventassero lo standard universalmente accettato. Ciò perché abbiamo imparato nel corso degli anni che era giusto così. E adesso Halo e Battlefield condividono impostazioni dei tasti simili. A questo mi riferivo quando parlavo di creare un nuovo vocabolario: in entrambi il gioco si mette in pausa allo stesso modo e si spara col grilletto sinistro.

Eurogamer: Ormai Kinect è stato lanciato da quasi un anno. È già stato stabilito un vocabolario su come utilizzare Kinect per giocare?

David Braben: Sì. In questo settore passi il tempo a innovare e adesso stiamo esplorando l’uso del controller, che migliora di giorno in giorno.

Stiamo creando il primo gioco open world per Kinect, e tutto è molto naturale. Potete camminare per ogni luogo di Disneyland, che è un’area enorme, parliamo di 86 acri, e potete esplorarli tutti in maniera molto semplice.

È sorprendete quanto velocemente un bambino, che non ha mai visto prima Kinect, dopo cinque minuti stia già esplorando in giro, collezionando gli oggetti e cercando i posti segreti.

Sono sicuro che vi è capitato di ritrovarvi la sera di Natale a giocare uno shooter con i vostri parenti. Quando mi è accaduto di dare il pad ha mio padre, ha passato tutto il tempo a guardarsi i piedi: non è poi così tanto naturale, con tutti quei tasti strani. Il problema è che ci siamo dimenticati che il pad può rappresentare un ostacolo alla giocabilità, perché siamo troppo abituati a usarlo.

La reazione negativa degli hardcore gamer di fronte a Kinect è interessante. Sembra nascere dalla sensazione che qualcosa sia stato rubato, portato via, ma non è così. C’è sempre un controller collegato alla macchina. Sono molto curioso di vedere dove andremo a finire partendo da questo punto, perché se c’è una prospettiva che ancora non è stata esplorata, questa è ciò che succede quando alla macchina sono collegati sia il pad che il Kinect.

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Lorenzo Fantoni: Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.
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