Intervista a Tom Chilton
Intervista a Tom Chilton, lead designer di WoW.
È un qualcosa comunque alla quale cerco di non pensare, altrimenti mi sentirei schiacciato. Per cui vado avanti per la mia strada, facendo affidamento sulle persone che mi stanno vicino e continuando a fare le stesse cose che in fin dei conti funzionano bene da anni.
Il fatto che sia qui a fare questa intervista, vuol dire che in realtà c'è una struttura alle mie spalle che funziona benissimo anche quando sono assente. So di essere il nome cui viene spesso associato World of Warcraft, ma in realtà ci sono molte altre persone che magari non sono note al pubblico ma che sono importanti quanto me.
Tempo fa abbiamo preso la decisione che non avremmo mai diviso la nostra base utenti con un WoW 2.0. Abbiamo già visto cos'è successo in altri casi e ci siamo confrontati internamente in proposito. A un certo momento arrivi al punto in cui o tiri una riga e riparti da zero con qualcosa di nuovo, oppure dici alla gente "ehi, qui c'è una versione un po' più bella da giocare, dateci un'occhiata".
Credo poi che quello che rende WoW ciò che è, non è tanto il numero dei poligoni quanto il suo stile grafico e il suo gameplay. Siamo felici di avere mantenuto invariata la nostra identità e le nostre meccaniche di gioco, attraverso quel processo di lento e graduale miglioramento che avrai senz'altro notato.
Per quanto possa sembrare strano, il feedback che abbiamo dagli utenti che hanno smesso di giocare non riguarda mai questioni tecniche o artistiche…
Fino a che non si tratta di cambiamenti che modifichino la nostra fisionomia, per noi sta bene.
Sì.
Assolutamente.
Dal punto di vista artistico vogliamo fare in modo che tutto ciò che creiamo sia inconfondibile e immersivo. Cerchiamo l'ispirazione da ogni possibile fonte e abbiamo 11 milioni di persone che ci fanno da beta tester e che ci dicono cosa va bene e cosa cambiare. Aggiungo poi che una parte del merito va senz'altro a Blizzard, che ci permette di lavorare senza particolari affanni e di rendere pubblico solamente tutto ciò che ci soddisfa pienamente, nonostante l'allungamento dei tempi di produzione può significare costi maggiori.